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La piccola Fashion Anarchist.

Lo stile sfrenato secondo Giordana.

Se dovessi trovare una definizione perfetta per Giordana, sarebbe "wildly stylish". Non semplicemente stilosa, ma stilosa in modo sfrenato, audace e senza compromessi. Il suo look non è solo un insieme di vestiti, ma una dichiarazione di indipendenza.

Giordana non sceglie cosa indossare, Giordana compone un'opera d'arte ogni mattina. Il suo guardaroba è un’esplosione di colori, trame e dettagli improbabili che, in un modo che sfida ogni logica, funzionano perfettamente su di lei. Tulle e pantaloni della tuta? Perfetti. Corone da principessa e occhiali a forma di stella? Must-have. Calzini gialli sotto il diluvio con le friulane rosse? Avanguardia pura.

E il bello è che tutto questo non è studiato, non è un tentativo di essere alla moda o di seguire tendenze. È puro istinto, pura espressione personale. Se esiste una vera icona della libertà stilistica, è lei.

E se domani decidesse di uscire di casa con il costume da sirena sopra i jeans? Non mi stupirei affatto.

 

Se c’è una regina della libertà in questa famiglia, quella è Giordana. Tre anni di pura determinazione, tre anni di rivoluzione stilistica, tre anni di “mamma, faccio io!”. Perché mentre il mondo si affanna a trovare il proprio stile, lei lo ha già trovato: un perfetto mix tra artista bohémien, esploratrice di mondi e (a detta di alcuni) "scappata di casa".

Chi ha stabilito che le calze devono essere dello stesso colore? Perché mai una gonna di tulle non dovrebbe sposarsi con una maglia dei dinosauri? E chi ha deciso che le scarpe vanno allacciate? Certamente non Giordana, che sfida ogni convenzione con la sicurezza di chi sa che la vera eleganza è l’essere se stessi, sempre e comunque.

Giordana è l’essenza della libertà, un’anarchica della moda infantile, una che ti guarda con disappunto se provi a suggerirle un abbinamento più sobrio. Perché lei non si veste, lei si esprime. Ed è proprio in questo che sta la sua magia: non segue regole, non si conforma, non si preoccupa del giudizio altrui.

E mentre noi adulti ci preoccupiamo di cosa dirà la gente, se il nostro stile è adeguato all’occasione o se ci siamo ricordati di togliere l’etichetta dal maglione nuovo, lei esce di casa con  le friulane rosse, i calzini gialli (sotto il diluvio) la corona da principessa e gli occhiali da sole a forma di stella. Perché sì. E la cosa più incredibile? Sta benissimo.

Se ci fosse una settimana della moda dedicata ai bambini con stile, Giordana ne sarebbe la musa ispiratrice. Il problema è che nessun stilista riuscirebbe a starle dietro. Un giorno è la principessa ribelle, l’altro è una rockstar in pigiama. C’è stato un periodo in cui ha deciso che le magliette andavano indossate al contrario e le giacche si portavano sulle spalle "come i supereroi". E guai a chi provava a farle cambiare idea.

L’unico criterio che guida le sue scelte è un mix di umore e ispirazione del momento. Vuole essere una principessa? Allora via con strati su strati di tulle e non importa se sotto ci sono i pantaloni della tuta: deve poter correre veloce.

Mentre io cerco di mantenere un minimo di coerenza cromatica, lei mi guarda con la superiorità di chi ha già capito tutto della vita. Perché dovremmo conformarci? Perché seguire le mode quando si può crearle?

La verità è che io, in quanto madre, ho perso qualsiasi diritto decisionale sulla sua moda personale. Sono priva di ogni potere d’acquisto spontaneo: se le compro qualcosa senza la sua approvazione preventiva, posso già prepararmi a tornare in negozio con lo scontrino in mano. Perché no, non si indossa. Nemmeno sotto tortura.

E non è che si limiti a dire "non mi piace". No, Giordana è una che argomenta, che ti spiega con dovizia di particolari perché quella maglietta non può assolutamente far parte del suo guardaroba. Una visione della moda più ferrea di un direttore creativo di alta moda.

Anzi, già scorre gli shop online da sola e mette il cuore sugli articoli che le piacciono. Tre anni. A TRE ANNI. Io alla sua età probabilmente mi mangiavo la carta da parati, lei invece seleziona capi e accessori come una fashion blogger navigata.

Un dettaglio non trascurabile: ha più cerchietti (le sue corone) che mutande. C’è chi accumula borse, chi impazzisce per le scarpe, e poi c’è Giordana che possiede un arsenale di cerchietti da far invidia a un negozio di accessori. Da quelli con fiocchi enormi a quelli con gli unicorni, da quelli glitterati a quelli con le pietre preziose fasulle, non c’è occasione in cui non trovi quello perfetto (perfetto per lei, ovviamente).

Il problema? Ha i capelli costantemente annodati.

Cioè, non è che siano semplicemente arruffati. No. Siamo a livelli di "cuscino aggrovigliante", di nodi che sembrano studiati dalla fisica quantistica, di capelli che se cerchi di pettinarli rischi di rimanere incastrata nella chioma come in una giungla tropicale.

Ci ho ho provato, giuro che ci ho provato! Ho anche speso 25 euro per un balsamo senza risciacquo solo perché era "quello delle principesse". Perché se non è a tema favole, ovviamente, non lo vuole. Peccato che, tra un nodo e l’altro, neanche il balsamo magico di una fata possa fare miracoli.

Il tutto, ovviamente, genera un trauma irrisolto in mia nonna, la classica borghese napoletana sempre apparecchiata e puntuale, con le mani fatte ogni settimana anche in età avanzata e un senso del decoro ereditato direttamente dalle signore bene di un tempo.

Nonna, abituata a bambini sempre in ordine, capelli pettinati e vestitini stirati, quando la vede si porta la mano al cuore come se stesse avendo un mancamento. “Ma com’è conciata?!”, mi dice scuotendo la testa, quasi offesa… Oppure osserva con orrore il cerchietto perfettamente posizionato sulla testa e poi mi dice con aria di sentenza: “Ma almeno pettinala.” E io la capisco. Davvero.

Perché Giordana non ha mezze misure: può essere una signorina raffinata oppure un piccolo uragano senza controllo. E il 99% delle volte è la seconda opzione.

Come se non bastasse, Giordana ha già una spiccata passione per il make-up. Se non la vedo per più di cinque minuti, so che è in bagno con i miei trucchi. A tre anni. A questo punto mi sento di dire che a dodici probabilmente avrà una vanity table più fornita della mia.

Smalti, rossetti, pennelli: le interessa tutto, e con la sicurezza di chi è già un’esperta. Se trovo il blush finito o il mascara in una posizione sospetta, so già chi è la colpevole.

Ecco, se questo è il presente… non voglio immaginare il futuro.

La scuola che ho scelto per Giordana non mi aiuta per niente. Ovviamente, ne vado fiera! Io la adoro, ma diciamo che non fa nulla per arginare questa sua natura… anzi, la esalta e la intensifica. Non è la classica scuola pubblica impiantata su radici latino-filosofiche… nooo! Loro offrono ai bambini la libera interpretazione.

Libertà di pensiero, libertà di movimento, libertà di espressione. E a chi è che servirebbe, una cosa del genere? Giordana la sua voce ce l’ha già, forte e chiara. E questa scuola le ha dato il megafono.

Ogni tanto, però, qualche richiamo arriva anche a me. Perché una cosa è lasciare spazio alla creatività, un’altra è trovarsi una mini regina di Arendelle che si aggira per la classe con tanto di velo da sposa e strascico scintillante.

Sì, perché Giordana si è presentata a scuola vestita da Elsa di Frozen, in versione gala ufficiale. Con un’espressione solenne, il velo svolazzante sulle spalle e la sicurezza di chi sa di avere tutto il diritto di congelare chiunque osi contraddirla.

Diciamo che non era proprio l’outfit più idoneo per le attività scolastiche. E diciamo che mi è stato fatto notare.

Ma d’altronde, cosa dovevo fare? Dirle di no? Giordana non accetta un no senza un processo decisionale lungo ed estenuante. Ho valutato, ho tentato di negoziare, ho proposto alternative. Ha vinto lei.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché Giordana è così? È nata con questo spirito libero, o c’è qualcosa che ha contribuito a renderla un’icona di stile a soli tre anni?

Dal punto di vista psicologico, il comportamento di Giordana rientra perfettamente in un mix di fattori che vanno dalla sua personalità innata al tipo di educazione che riceve, fino all’ambiente che la circonda. Ecco cosa potrebbe spiegare questa sua naturale inclinazione alla libertà di espressione e alla dittatura del gusto personale!

A tre anni, i bambini attraversano una fase cruciale dello sviluppo: il bisogno di autonomia. È la fase in cui vogliono fare tutto da soli: vestirsi, mangiare, decidere cosa fare e quando farlo. È il periodo del famoso “No! Faccio io!”, che in Giordana ha trovato la sua massima espressione in campo estetico.

Erik Erikson, uno dei più importanti psicologi dello sviluppo, descrive questa fase come il passaggio tra dipendenza e autonomia. Se il bambino sente di avere controllo sulle sue scelte, rafforza la fiducia in sé stesso. Se invece viene troppo limitato o contrastato, può sviluppare insicurezze o un’eccessiva paura di sbagliare.

Il fatto che Giordana scelga ogni giorno il suo outfit con tanta sicurezza significa che si sente pienamente padrona di sé stessa. E guai a toglierle questo potere!

Le neuroscienze ci dicono che il temperamento (ovvero la predisposizione innata a certi atteggiamenti) è in gran parte genetico. Alcuni bambini nascono con un carattere più adattabile e tendono a seguire le regole senza troppe proteste. Altri, invece, sono più indipendenti e testardi: vogliono esplorare, decidere, sperimentare da soli. Alcuni studi dimostrano che i bambini con alta autodeterminazione tendono a essere più creativi, sicuri di sé e, in futuro, meno inclini a lasciarsi influenzare dai giudizi esterni.

In pratica, Giordana è nata con lo spirito di una leader, una che non seguirà mai il gregge… almeno per quanto riguarda lo stile.

La teoria dell’attaccamento di Bowlby ci spiega che i bambini sviluppano la propria sicurezza in base al rapporto con i genitori. Se un bambino cresce in un ambiente che incoraggia la libera espressione e gli dà fiducia, si sentirà più sicuro nel prendere decisioni in autonomia.

Ora… senza fare nomi (tipo il mio), diciamo che Giordana non cresce certo con una madre oppressiva che impone regole ferree su come vestirsi. Anzi, le viene lasciato molto spazio per esprimersi, e questa libertà rafforza la sua sicurezza nelle scelte.

Il risultato? Una mini fashion icon con le idee chiarissime su cosa vuole e cosa NO.

E poi c’è l’ambiente in cui cresce. Se Giordana avesse frequentato una scuola più “rigida”, probabilmente avrebbe trovato dei limiti al suo estro creativo. Ma nella scuola che ho scelto per lei, che enfatizza la libera espressione, la sua personalità ha trovato un terreno perfetto per sbocciare.

Le teorie pedagogiche moderne, dimostrano che quando ai bambini viene data la possibilità di scegliere, creare ed esplorare, sviluppano un pensiero più originale e meno conformista.

Quindi sì, la scuola non mi aiuta per niente… ma in fondo ne sono fiera!

Ed ecco la vera domanda: quanto c’entro io in tutto questo? Perché, onestamente, non mi ritengo una persona così altezzosa e sofisticata. Un po’ sì, dai. Ma non fino al punto di crescere una figlia che a tre anni seleziona i suoi outfit con la stessa sicurezza di una stylist di Vogue.

La verità è che i bambini osservano e assorbono tutto quello che vedono. Anche se non mi metto lì a imporre regole di stile, probabilmente Giordana ha percepito che l’immagine ha un valore, che il modo in cui ci vestiamo comunica qualcosa.

E magari, nel suo modo assolutamente geniale e fuori dagli schemi, non sta facendo altro che reinterpretare quello che vede.

Dopotutto, chi ha detto che il buon gusto debba essere noioso?

Ma in fondo, va bene così. Alla fine, la lezione che Giordana ci sta dando è molto più profonda di quanto sembri: non si tratta solo di vestiti, ma di libertà di essere se stessi.

E mentre noi adulti ci affanniamo a scegliere gli abiti giusti per le occasioni giuste, a preoccuparci di cosa penserà la gente, lei esce di casa con la corona da principessa e gli occhiali da sole a forma di stella. E sta benissimo.

Forse, invece di scuotere la testa, dovremmo prenderla come esempio.

Perché sentirsi bene con se stessi vale più di qualsiasi outfit perfetto.

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