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giorgia dublino

Capitolo 2 - Il ciclo Misto

La vita moderna? È un ciclo misto. Quel pulsante sulla lavatrice che promette di far convivere capi delicati e vestiti pesanti senza rovinarli, è la perfetta metafora della nostra esistenza quotidiana. Cerchiamo tutti di trovare un equilibrio precario tra le nostre ambizioni lavorative, le relazioni personali e quel sogno segreto di mollare tutto e aprire una piantagione di avocado in qualche luogo esotico ...non succederà mai!

Se ci pensiamo bene, il ciclo misto rappresenta esattamente ciò che la “grande società” ci vende ogni giorno: un cocktail di aspettative in cui dovremmo essere sempre performanti sul lavoro, amorevoli in famiglia, socialmente impegnati, fisicamente in forma, ma anche rilassati e “autentici”. Una sorta di multitasking emotivo che fa sembrare il ciclo misto della lavatrice un gioco da ragazzi. E proprio come con il bucato, proviamo a bilanciare tutto, sperando che nulla finisca sgualcito o scolorito. Ma è davvero possibile?

Parliamo delle nostre aspettative, quei capi in seta o lana merinos che mettiamo nella lavatrice della vita con il timore costante che si possano restringere al primo errore. Siamo cresciuti credendo che tutto sia possibile, che possiamo avere una carriera scintillante, una vita personale equilibrata e, perché no, anche un’illuminazione spirituale che ci permetta di vivere nel presente senza preoccuparci troppo. Grazie, “grande società”! Ma poi arrivano i problemi veri: il capo in seta (leggasi "aspettative") si restringe, la relazione amorosa si sgualcisce e il sogno di fare il giro del mondo in barca a vela finisce nel cesto degli indelebili desideri mai realizzati.

Dall’altro lato, abbiamo le realtà quotidiane, quelle cose pesanti e indistruttibili come i nostri jeans bagnati, che la vita moderna ci fa infilare nella lavatrice delle responsabilità. Il lavoro, le scadenze, l'affitto, e magari anche qualche crisi esistenziale che si insinua tra il secondo caffè della giornata e una riunione su Google Meet, Teams, Skype... e chi più ne ha, più ne metta.. Come quei jeans che ci ostiniamo a lavare con i capi delicati, anche queste responsabilità sono ingombranti e, inevitabilmente, schiacciano i nostri sogni più leggeri.

E allora come bilanciare tutto senza rovinare nulla? È possibile?

Hemingway, uno che di pesi della vita ne sapeva qualcosa, ci avrebbe probabilmente offerto un drink forte e una battuta cinica, tipo: "L'uomo non è fatto per essere sconfitto." Certo! Facile a dirsi quando te la cavi con un paio di pantaloni kaki e un sigaro. Noi abbiamo capi delicati da gestire!

La verità è che ci hanno mentito.

Ci hanno fatto credere che possiamo gestire tutto contemporaneamente, come se fossimo supereroi capaci di destreggiarci tra mille impegni senza un graffio. Ci hanno venduto l’illusione del multitasking perfetto: puoi avere una carriera brillante, relazioni sane, tempo per te stesso, il tutto mantenendo la casa impeccabile e magari postando su Instagram una foto della tua vita apparentemente perfetta. Il mito del “puoi fare tutto, basta volerlo” è diventato il mantra della società moderna, spinto da un culto della produttività che non lascia spazio alla realtà dei limiti umani.

Ma nessuno ci ha detto che c’è sempre il rischio che qualcosa venga fuori rovinato. Quando cerchi di lavare delicati e jeans nello stesso carico, è inevitabile che qualcosa ne risenta: i tuoi sogni delicati finiscono per infeltrirsi, le relazioni si sgualciscono sotto la pressione, e la tua energia si esaurisce lentamente. Quello che non ci hanno spiegato è che, nella vita, non possiamo fare tutto senza compromettere qualcosa. Il rischio di “rovinare” è sempre lì, silenzioso, nascosto dietro l’idea che tutto sia perfettamente gestibile.

Proviamo a tenere insieme le nostre ambizioni e le responsabilità quotidiane, ma in questo bilanciamento precario, una parte di noi finisce per essere trascurata. Ed è proprio qui che il sistema si sgretola: la grande società ci ha illuso, ci ha convinti che se qualcosa va storto, è solo perché non ci siamo impegnati abbastanza, che abbiamo fallito nel trovare il giusto equilibrio. Ma la verità è che il sistema è costruito su aspettative impossibili. Essere sempre al massimo non è sostenibile e, a volte, dobbiamo accettare che una camicia sgualcita è il prezzo da pagare per mantenere sani gli altri pezzi del nostro armadio emotivo.

Quello che nessuno ci dice è che sbagliare, lasciarsi andare o rallentare non è solo accettabile, ma necessario. Le pieghe e le imperfezioni che emergono quando qualcosa viene "rovinato" sono proprio i segni di una vita vissuta. La società moderna è il nostro consulente marketing personale, che ci consiglia di essere all-in-one: lavoratori instancabili, partner perfetti, genitori impeccabili e persone sempre in cerca di “crescita personale”. Peccato che, come tutti sanno, un po' di lana in mezzo ai jeans finisce sempre per infeltrirsi.

In questo caos, cerchiamo tutti quel famigerato "equilibrio". Magari riusciamo a mantenere il lavoro in piedi, ma trascuriamo le relazioni. Oppure troviamo il tempo per noi stessi, ma la carriera prende un duro colpo. La grande società ci ha fatto credere che possiamo fare tutto senza compromettere nulla, ma in realtà, è solo un grande ciclo misto.

Alla fine, la verità è che il ciclo misto è un compromesso. Dobbiamo accettare che non possiamo essere tutto per tutti, e che sì, a volte i jeans pesanti delle responsabilità schiacceranno il nostro desiderio di libertà. E va bene così. La vita è un misto di scelte, aspettative, e piccole delusioni, e se riusciamo a gestire il tutto senza uscirne completamente scoloriti, allora possiamo considerarci vincitori.

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