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Mamma leva muto!

  • Immagine del redattore: giorgia dublino
    giorgia dublino
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 giorno fa

Sui social ormai non si contano più: caroselli di screenshot, reel con audio remixati, compilation di mamme che rispondono “ok” a messaggi da 12 righe, papà che confondono l’emoji del fuoco con quella dell’aperitivo, nonne che scrivono “Baci” a fine messaggio come fosse una cartolina spedita da Lourdes.

È la moda del momento: ridere del divario comunicativo tra generazioni, versione digitale.

Una forma di amore tradotto male.

WhatsApp, che doveva avvicinare le famiglie, si è trasformato in una zona di guerra semiotica.

Il figlio scrive: “Tra un po' arrivo…Vengo a mangiare da te.”

La risposta è: “tra sei settimane si deve portare il cane a fare la toilettatura” seguito da un adesivo con un lama che balla.

Fine della conversazione.

È divertente, finché non tocca a te.

Perché quando sei tu a cercare di spiegare un’azione logica a tua madre (tipo: chi prende chi, dove va il cane e in quale sequenza temporale) e ti ritrovi sottoposta a un interrogatorio più serrato di quello della DIA, allora capisci che non è solo un meme. È la vita vera.

Con un’unica certezza: non siamo figli, siamo interpreti simultanei.


La mia chiamata tipo, capitolo unico, ripetuto ogni giorno? Dieci secondi fa ho detto questa frase al telefono con mia madre: "Quando papà scende per prendere Giordana, si porta anche Alberto, così insieme ad Alberto porto Bolt a casa e poi andiamo al basket."

Semplice, lineare. Con soggetti, verbi, un nesso logico temporale e un finale sportivo.

La reazione di mia madre?

Silenzio. Poi:

“Ma quindi Bolt dove va?”

E dopo: “E io che devo fare?”

Seguita da: “Ma tuo padre lo sa?”

Infine, l’interrogatorio grammaticale stile prova INVALSI per madre quasi in pensione: “Scende chi? Perché lo porta chi? Ma il cane è con te o con tuo padre?”

E niente.

Mi ritrovo ogni volta a rispiegare l’ovvio con la pazienza che non ho, mentre mi domando se nella prossima vita posso rinascere con sottotitoli incorporati.

E non è solo al telefono. È l’uso di WhatsApp a diventare una performance tragicomica.

Messaggi come:

"Ho visto il tempo brutto domani."

(senza contesto)

"Quello che avevamo detto ieri... boh"

(???)

"Tuo padre dice che no."

(ma a cosa?)


A volte penso che ci sia un accordo segreto tra genitori per destabilizzare i figli attraverso la comunicazione passivo-incomprensibile.

Tipo club dei messaggi misti, con tanto di statuto:

Art. 1: mai rispondere alla domanda fatta.

Art. 2: se il messaggio è chiaro, inviare un vocale di 1’34’’ pieno di rumori ambientali.

Art. 3: quando sei al telefono, fare domande solo su dettagli irrilevanti.


Alla fine della chiamata, dopo tre riletture, quattro chiarimenti e un messaggio riepilogativo con punti elenco, l’unica cosa chiara è che Alberto ha mangiato, Bolt ha rubato qualcosa e mio padre è da qualche parte.

Eppure funziona così.

Funziona con un linguaggio tutto nostro: imperfetto, ma pieno d’affetto. La verità è che non serve capirsi alla perfezione per volersi bene. C’è amore anche in quella ripetizione esasperata, in quel “che devo fare io?” detto e ridetto, anche quando la risposta resta: “Niente, mamma.”

E allora ok, facciamo pure i sottotitoli. Rendiamogli la vita facile, traduciamo.

Perché, in fondo, non è davvero colpa loro se non ci riescono. Non sono nati con uno smartphone in mano, e nemmeno con la fibra ottica nell’anima. Anzi, forse è colpa nostra che viaggiamo troppo veloci, che diamo per scontato che “mandami la posizione” sia una frase comprensibile anche a chi ha imparato a digitare con l’indice destro e lo sguardo diffidente.

Il divario digitale non è solo questione di tecnologia, ma di ritmo, di linguaggio, di abitudini.

Noi scorriamo, loro cercano di capire dove si clicca.

Noi parliamo per emoji, loro cercano ancora il punto esclamativo sulla tastiera.

Eppure, ci incontriamo.... a metà strada, tra un “Non mi funziona WhatsApp” e un “Ti ho scritto su Instagram… ah no, era tuo fratello.”

 

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