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giorgia dublino

Il Riflesso di una Realtà più Complessa.

La giornata di oggi, trascorsa all'interno del percorso PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento), mi ha lasciato con un misto di sentimenti contrastanti, dominati soprattutto da un profondo senso di disappunto nei confronti delle istituzioni scolastiche e formative. Avendo avuto l'opportunità di interagire direttamente con un gruppo di giovani studenti, età compresa tra i 16 e i 18 anni, ho potuto toccare con mano la loro incertezza, il loro disorientamento e il timore verso il futuro che li attende. Questa esperienza, lontana dalle aspettative e dagli ideali che si tendono ad associare a programmi educativi di questo tipo, solleva interrogativi profondi sullo stato attuale del nostro sistema educativo e sull'efficacia con cui prepariamo le giovani generazioni ad affrontare il mondo che li aspetta.

Per due lunghe ore, mi sono trovata davanti a ragazzi e ragazze che, seppur dotati di potenzialità e talenti, sembravano smarriti, incapaci di comprendere appieno il motivo per cui avessero scelto il loro specifico indirizzo di studi. Nelle loro espressioni e nelle loro parole, ho letto un'ansia palpabile, un senso di timore per il futuro che va ben oltre la normale apprensione che si può provare a quell'età. Questo non è solo il sintomo di una crisi adolescenziale ma piuttosto il segnale di un sistema che sembra fallire nel suo compito più importante: orientare, motivare e ispirare i giovani.

Il disappunto che provo non è rivolto verso questi studenti, che sono le vere vittime di questo scenario, ma verso le istituzioni che dovrebbero guidarli, sostenerli e fornire loro gli strumenti necessari per navigare con fiducia verso il futuro. È inaccettabile che, in un momento così cruciale del loro percorso formativo, molti di loro si sentano abbandonati, senza una chiara direzione o un senso di appartenenza verso il campo di studi che hanno scelto. Dove sono le misure di supporto? Dove è l'orientamento personalizzato che tiene conto delle inclinazioni individuali e delle passioni di ciascuno studente?

Questa prima giornata di PCTO dovrebbe essere un'occasione per stimolare l'interesse, accendere la curiosità e instillare un senso di scopo nei cuori e nelle menti di questi ragazzi. Invece, ciò che ho visto è stata una conferma della distanza tra le aspettative degli studenti e la realtà dell'offerta formativa.

Nel corso della giornata, ho avuto l'opportunità di ricevere feedback direttamente dagli insegnanti coinvolti nel percorso, e sono stata sorpresa di apprendere che, nonostante le mie percezioni iniziali, gli studenti hanno espresso un grande entusiasmo per questa prima giornata. Sembra che il cinema, con il suo fascino universale, abbia saputo catturare l'interesse di tutti, riuscendo a sollevare gli animi e a distogliere gli studenti, almeno temporaneamente, dalla routine quotidiana di un apprendimento spesso troppo passivo. Questa constatazione mi porta a confermare la potenza trasformativa dell'arte e la sua capacità di stimolare la mente e il cuore.

La possibilità di essere "prelevati" dalla loro consueta routine scolastica e di essere immersi in un ambiente diverso, dove il cinema diventa uno strumento di esplorazione e di espressione, ha indubbiamente avuto un impatto positivo, rivelando un lato differente della medaglia.

Seduti in quella classe, sui banchi e non “nei banchi di scuola”, gli studenti hanno espresso, a loro modo, un valore inestimabile e importante per la nostra società. Hanno dimostrato che, quando messi nelle condizioni giuste, possono mostrare un interesse genuino e una capacità di entusiasmo che va ben oltre le aspettative.

Il vero problema non risiede tanto nei giovani, quanto nelle modalità con cui vengono solitamente coinvolti e stimolati dal sistema educativo. Si necessita di ripensare gli approcci didattici, valorizzando maggiormente l'interattività, la creatività e l'engagement emotivo nell'apprendimento. Se questa prima giornata di PCTO ha insegnato qualcosa, è che l'educazione può e deve essere un viaggio emozionante, capace di preparare i giovani non solo a un futuro professionale, ma anche a diventare cittadini consapevoli e partecipativi, pronti a contribuire attivamente alla società.

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